Il progetto proposto è la perfetta applicazione della macrotematica CV2 con particolare declinazione verso lo Sviluppo di processi basati sul concetto di bioraffineria per la produzione di bioenergie (CV2.3) o, secondo lo sviluppo del progetto, di nuovi biomateriali quali grafene, oli per cosmetica, polifenoli ecc…
L’iniziativa proposta è, all’interno del progetto generale del cluster, un ulteriore sviluppo dei processi già testati sui materiali plastici. Il progetto specifico vuole trasformare i prodotti organici idonei (biomasse con un ridotto tenore di umidità a livello naturale o tramite essiccazione) in fuel naturali (biodiesel navale o da trazione) favorendo la trasformazione di un rifiuto in un combustibile che è, peraltro, una forma nuova più gestibile e sfruttabile di energia accumulata rispetto ai materiali organici tradizionali (legno, residui agricoli ecc..).
Il progetto non si fermerà alla trasformazione in biocombustibili ma vuole sviluppare e testare nuove forme di raffinazione quali le reazioni ioniche e la distillazione molecolare in modo da produrre combustibili sempre più raffinati fino alla possibilità di produrre cherosene. Ancora nel caso di biomasse con composizioni idonee attraverso l’estrazione per via pirolitica dell’olio è possibile auspicare alla produzione di oli che opportunamente trattati siano idonei per sottoprodotti del mondo della cosmetica e della medicina.
Anche gli altri 2 prodotti della pirolisi catalitica delle biomasse saranno valorizzati attraverso la generazione diretta di energia elettrica dal pyrogas e la produzione di fertilizzanti o lo studio della produzione di grafene dal biochar (sperimentazione in sviluppo unitamente all’Università di chimica di Siena). Da sottolineare che una volta avviato il sistema per mantenersi in temperatura utilizzerà il solo calore derivante dalla cogenerazione del pyrogas.
In una fase finale del progetto, il pyrogas sarà poi oggetto di ulteriore sperimentazione per la produzione di combustibili liquidi attraverso una nuova precipitazione applicando catalizzatori di reforming.
Il completamento della sperimentazione sulle biomasse unitamente ai risultati già ottenuti sui materiali plastici porteranno al completamento dello sviluppo del processo di pirolisi catalitica in modo da poterla applicare direttamente anche ai rifiuti con creazione di fuel a minore valore aggiunto quale un diesel marino utilizzabile per la generazione di energia nei Paesi in via Sviluppo (oppure nei motori navali) nel caso di impiego di rifiuti “essiccati” tal quali oppure con la possibilità di recuperare i materiali metallici attraverso il trattamento del biochar.
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